18/01/2025 - La Promozione Sociale
Settima puntata della serie sulle attività di inclusione sociale della LNI
Nell’ambito dei compiti istituzionali della LNI, la Sezione ha accresciuto in questo primo quarto di secolo il proprio impegno per l’avvicinamento alle attività nautiche, ed in particolare alla vela, delle persone con disabilità. È con queste finalità che nasce il Centro Nautico "Bianchi Albrici" ospitato presso la base nautica di Dervio, immersa nel verde, incastonata tra i monti della Valvarrone ed il porticciolo di Santa Cecilia, che affaccia sulla parte nord-orientale del Lago di Como. Il Centro Nautico nasce nel 2000 per volontà della famiglia Bianchi Albrici, appassionati di navigazione, in ricordo del proprio familiare Pier Carlo, morto in un incidente sul Lago Maggiore e del compianto socio della LNI di Milano, Carlo Annoni, già responsabile tecnico della nazionale Italiana di vela alle Paralimpiadi di Atene 2004. Oggi il Centro è diretto dall’istruttore LNI Luciano Beretta.
“Nei primi anni il tipo di attività sviluppato è stato quello di allenamento delle persone con disabilità che già navigavano”, racconta Daniela Bolognesi, presidente della Sezione LNI di Milano: “Avevamo delle imbarcazioni della classe 2.4mR, al tempo l’unica barca in commercio adatta a far regatare le persone con disabilità e avevamo formato una piccola squadra della quale faceva parte anche il nostro socio e atleta paralimpico Fabrizio Olmi, che oggi regata sull’Hansa. Carlo Annoni era l’allenatore. Abbiamo successivamente acquisito dei Martin 16, barche biposto più adatte ad imbarcare persone con disabilità che non hanno mai avuto un’esperienza di navigazione ed oggi abbiamo anche un’Hansa 303”. Il numero di attività di vela solidale e l’interesse verso il Centro Nautico è cresciuto nel tempo. “Si sono avvicinate delle associazioni che volevano collaborare con noi, tra cui la Lega del Filo d’Oro (che si occupa di persone sordocieche e con pluridisabilità psicosensoriale, ndr) e l’associazione FreeMoving, formata da persone con disabilità visiva, che possiede un piccolo cabinato Meteor con cui effettuiamo delle uscite insieme e lo impieghiamo in flotta con i nostri cabinati e l’Hansa 303”.
Giuseppe Garibaldi, 45 anni, è socio della Lega Navale Italiana Sezione di Milano e racconta così la sua esperienza di navigazione sul Lago di Como: “Soffro di tetraparesi spastica dalla nascita, di natura ancora da determinare. La mia paresi colpisce principalmente la gamba destra, e il braccio sinistro. Tuttavia, riesco a utilizzare bene il braccio destro, cosa che mi aiuta molto quando timono il Martin 16 della Lega Navale Italiana Sezione di Milano”. Giuseppe scopre la vela grazie ad un collega. “Mi spiegò che in barca siamo tutti uguali. Disabili e normodotati possono regatare e navigare insieme senza bisogno di compensazioni. Era quello che cercavo. Luca (il mio collega) è stato la mia bussola verso il mondo della vela, dimostrandomi che questo sport non fa distinzioni e che la passione può superare ogni limite. La sensazione più forte è stata la libertà. Quando disormeggi, sei tu e il vento: è libertà al 100%. Ti trovi in uno stato di calma e concentrazione; i problemi li lasci sul molo. Una volta salito in barca, l’unico pensiero è navigare."
Non solo vela, tiene a sottolineare la presidente Bolognesi: “Abbiamo iniziato ad interessarci alle attività in canoa rivolte a persone con disabilità. L’attività nautica restituisce, a chi la pratica, un senso di libertà. A livello sociale e personale rafforza l’empowerment della persona”. Quel senso di libertà provata da Giuseppe in barca a vela l’ha provata anche Carlo, un bambino di 11 anni con disturbo dello spettro autistico, che ha avuto la possibilità di frequentare un corso di canoa alla Lega Navale di Milano. I genitori Roberto e Teresa raccontano: “Per Carlo, nostro figlio, è stato creato un percorso adatto, gli è stato assegnato un istruttore e per due volte a settimana è salito sulla canoa o sulla barca a vela (a seconda del vento) per praticare lo sport che lui aveva scelto. Sarebbero tante le cose da raccontare su quest’esperienza che si è temporaneamente interrotta ma che siamo impazienti, soprattutto Carlo, di poter continuare con il nuovo anno. Ne scegliamo solo alcune: la gioia e l’orgoglio di Carlo nel raccontare ai suoi compagni il suo sport, i rimproveri di Gianrico (il suo istruttore) quando non veniva ascoltato e i tentativi di Carlo di rappacificarsi in modo furbetto (“Dai Gianrico, oggi ti aiuto a disarmare le vele”, “Dai Gianrico, ci vediamo mercoledì, va bene? Mi vuoi ancora?”), l’aiuto che i ragazzi della squadra agonistica gli hanno sempre offerto negli spogliatoi, l’appagamento che traspariva dai suoi occhi ogni volta che tornava al pontile, il modo in cui tutti hanno comunicato con lui, in cui lo hanno accolto, la possibilità che gli è stata data di poter esser come qualsiasi altro ragazzo della sua età”.
“L’obiettivo per il futuro – spiega la presidente Bolognesi – è quello di ridurre sempre più le divisioni tra persone normodotate e con disabilità, orientandoci ad una maggiore integrazione. Nelle scuole incontriamo bambini e ragazzi con diverse disabilità, non solo fisiche o con forme di disagio e difficoltà di carattere psicologico o depressivo. Quello che dobbiamo mostrargli è la possibilità di navigare tutti insieme, dandogli l'opportunità di imparare, attraverso uno sport che sviluppa la competenza, la socialità, l’integrazione, la sostenibilità, ad aiutarsi tra loro in classe senza lasciare indietro le persone che hanno una difficoltà maggiore. Significa mettere in pratica quello che ci insegna la Carta dei valori della Lega Navale Italiana. Pensiamo a quanto bene potrebbe fare trasmettere a questi giovani il senso di socialità e di libertà che ti ispira mentre navighi e consentirgli di condurre un mezzo che molti di loro potrebbero non aver mai visto prima”.
#Tuttiabordo vi dà appuntamento alla prossima puntata. Dai bacini dell’Italia settentrionale ci spostiamo sul Lago del Turano, nel Lazio.