18/12/2024 - La Promozione Sociale
Terza puntata della serie sulle attività di inclusione sociale della LNI
Navigare verso il benessere. A Pomezia si può. La locale Sezione della Lega Navale Italiana è divenuta negli anni un punto di riferimento nel Lazio per i progetti che riguardano l’inclusione sociale, accomunati dai valori della solidarietà e dell’impegno per un mare (e non solo) senza barriere fisiche, sociali ed economiche.
Un’attività a supporto della cura del disagio psico-sociale è stata svolta dalla Sezione di Pomezia in stretta collaborazione con il Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche della ASL Roma 6 Distretto di Pomezia. Dal 2014 il servizio TSMREE (Tutela della Salute Mentale e Riabilitazione Età Evolutiva) della ASL Roma 6 ha sviluppato un percorso comune con la Lega Navale di Pomezia, guidata da Mauro Zecca e con alcune scuole del territorio (scuole secondarie di primo e secondo grado): si tratta di un progetto di velaterapia a favore di alunni con Bisogni Educativi Speciali o con disabilità lievi. Il progetto ha riguardato essenzialmente alunni impegnati in orario scolastico, ma anche ragazzi seguiti presso il TSMREE in periodo estivo, coinvolgendo circa 200 ragazzi in una decina di anni. In ambito scolastico gli alunni presentano delle difficoltà, quali efficienza cognitiva lievemente ridotta, disagi della sfera emozionale, appartenenza a contesti socio-culturali deprivati ed economicamente svantaggiati.
“Tutto questo comporta un conseguente potenziamento cognitivo, un aumento delle competenze e dell'autostima”, spiega l’istruttore e presidente della LNI Pomezia, Mauro Zecca. “Psicologi ed educatori dell'ASL hanno seguito passo passo lo sviluppo dell'attività, fornendo agli istruttori della Sezione ogni tipo di supporto, relativo alla conoscenza delle varie forme di disagio mentale trattate, alle metodologie per la gestione dei singoli e dei gruppi e all'individuazione degli obiettivi da raggiungere. Sono stati anche tenuti di corsi di formazione. Questa collaborazione si è perfezionata nel 2017 con la stipula di un protocollo d'intesa tra la Sezione e la Direzione dell'ASL Roma 6, allargandosi anche ad altre realtà operative come i Centri di Salute Mentale di Pomezia e Albano e il Centro di Neuropsichiatria Infantile di Ariccia. L'attività, nonostante la sospensione per il periodo COVID, ha finora coinvolto un campione significativo di ragazzi (circa 200) e di giovani adulti (circa 60). Molta attenzione è stata posta nei successivi corsi di formazione che sono stati tenuti presso la Sezione e che hanno permesso ai nostri istruttori di essere in grado, ormai, di operare in maniera autonoma”, conclude il presidente della Lega Navale di Pomezia.
Gli istruttori della Lega Navale hanno fornito agli alunni coinvolti i primi rudimenti teorici della navigazione in mare, con un’attenzione anche agli aspetti linguistici specifici della terminologia marinara. L’obiettivo era quello di favorire una conoscenza reciproca utilizzando modalità diverse dal consueto, che mettessero in risalto le attitudini di cooperazione e di reciprocità nelle relazioni. Terminata la prima parte del progetto, si è passati alla parte teorico-operativa del corso di vela vero e proprio. Per tutta l'estate è proseguita l’attività con i gruppi del servizio TSMREE di Pomezia (neuropsichiatria infantile) e con i Centri di salute mentale di Pomezia e Ariccia (giovani adulti). Con l’inizio dell’anno scolastico e fino a novembre sono state svolte le attività con i ragazzi con Bisogni Educativi Speciali della scuola media Pestalozzi di Torvaianica.
Com spiegano dalla ASL Roma 6: “Partecipare a corsi di vela comporta benefici in molteplici ambiti della vita. Sul piano relazionale, la vita di bordo richiede collaborazione, fiducia reciproca e comunicazione efficace. Ogni membro dell'equipaggio ha un ruolo importante e il successo della navigazione dipende dall'armonia del gruppo. Questo aspetto è fondamentale per chi affronta difficoltà relazionali, poiché offre un'opportunità per costruire legami positivi e sviluppare competenze sociali. Dal punto di vista cognitivo, navigare richiede attenzione, pianificazione e capacità di problem-solving. I partecipanti devono imparare a leggere le mappe, interpretare le condizioni meteorologiche e prendere decisioni rapide. Questi compiti stimolano la mente e migliorano le capacità cognitive, offrendo un'esperienza di apprendimento continua e coinvolgente. La vela richiede anche un impegno fisico. Manovrare la barca, regolare le vele e mantenere l'equilibrio sviluppano le capacità motorie e la coordinazione. Questo è particolarmente benefico per chi ha patologie che compromettono la mobilità, poiché fornisce un'attività fisica che è al contempo gratificante e terapeutica. […] Un curriculum speciale come l’impiego di queste esperienze di vela, realizzato in tempo scolastico, solo una volta a settimana e per un po’ di mesi, ci ha mostrato dunque come funzioni cognitive carenti e fragilità emotive, motori di insuccessi scolastici, possono essere stimolate, per essere modificate, attraverso percorsi, neanche tanto complessi, che permettono [...] di sperimentare, giocare, fare, in ruoli diversi da quelli stabilmente ormai assegnati, in contesti dove si richiedono, peraltro, altrettante capacità di apprendimento rispetto all’aula scolastica, quando perfino non maggiori. […] Si è infatti rilevato che, sul piano delle interazioni, dopo l’iniziale riserbo e in alcuni ragazzi una vera inibizione, gli alunni hanno gradualmente costruito relazioni nuove; chi inizialmente si era imposto anche in modo prepotente, è stato poi in parte ridimensionato proprio dall’esperienza pratica in barca; chi era apparso più chiuso e ritirato, ha gradualmente acquisito una maggiore sicurezza; chi era apparso come spaesato e certamente fuori contesto, nelle attività in spiaggia per armare la barca e poi in navigazione, ha mostrato inaspettate capacità di investimento, concentrazione e disponibilità a cercare soluzioni ai vari problemi emergenti, mettendo in campo pure strategie sufficientemente adeguate. […] È chiaro che ciò diventa pensabile solo se educatori ed insegnanti sanno attuare condotte educative e rieducative volte a far generalizzare altrove, in contesti differenti, le competenze apprese attraverso questi percorsi speciali, e sanno facilitare un trasferimento, negli ambiti più didattici, delle abilità che questi alunni con Bisogni Educativi Speciali hanno dimostrato di possedere o comunque di aver meglio acquisito nella sperimentazione con l’attività di vela”.