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CHIAVARI-LAVAGNA


Speciale Uomini e Navi - Il Museo del Mare
05/02/2021 - La Cultura Marinaresca

Galata Museo del Mare racconta sè stesso

Cinque secoli di storia e di vita sul mare
a cura di L.N.I. Chiavari-Lavagna Gruppo Cultura e Galata Museo del Mare
 

Il Galata Museo del Mare, curato dal Mu.MA e gestito da Costa Edutainment, è il più grande museo marittimo del Mediterraneo che consente di compiere un viaggio nella storia della navigazione. Il 1 agosto 2004, in occasione di Genova Capitale Europea della Cultura, ha aperto al pubblico il Galata Museo del Mare. Importante tassello nella trasformazione urbanistica del waterfront dell’area Porto Antico, restaurato dall’architetto Guillermo Vazquez Consuegra, il museo prende nome da un quartiere di Istanbul , il Galata, che fino al XV secolo fu sede di una delle più importanti comunità genovesi nel Mediterraneo; così, alla fine dell’Ottocento, quando il Comune di Genova costruì un quartiere di docks commerciali, al più antico di questi venne dato il nome dell’antica colonia. Nell’Ottocento, “il Galata” aveva già una storia lunga quasi tre secoli: nella sua parte inferiore, infatti, venivano costruite le galee della Repubblica di Genova e l’edificio faceva parte dell’Arsenale, il complesso militare e marittimo più importante della città. Nel Novecento, “il Galata” perse la sua funzione commerciale e venne abbandonato. Alla fine degli anni ’90, il Comune decise di stabilire qui la sede del museo marittimo di Genova.

LE RICOSTRUZIONI A GRANDEZZA NATURALE

Più che a misura d’uomo, il Galata è a misura di nave. Questa caratteristica ha offerto ai curatori una straordinaria opportunità: ovvero quella di alternare alle opere originali - di dimensioni contenute - grandi ricostruzioni, in scala 1:1 :un faro – fanale alto 10 metri con una lente di Fresnel, una galea genovese del ‘600, un brigantino - goletta dell’ ’800, la tuga di un piroscafo di inizio ‘900, una scialuppa di salvataggio da un naufragio a Capo Horn, i diversi ambienti della Genova ottocentesca con i suoi vicoli, il piroscafo 'Città di Torino' nonché le ricostruzioni ambientali che ricordano le differenti destinazioni degli emigranti italiani: la Boca di Buenos Aires, la fazenda in Brasile, ed Ellis Island. Nel caso dei piroscafi è stato allestito un tratto di fiancata, attraverso il quale, è possibile salire a bordo, accedere ai dormitori, maschili e femminile, e salire al ponte superiore, dove sono ricostruite infermeria, cabina di seconda classe, refettorio e cabina del Commissario di bordo. Più oltre è ricostruito il ponte di coperta del piroscafo, dove hanno trovato posto sia una wheelhouse originale, sia la sala delle feste dello yacht imperiale asburgico Yaza.

UN PERCORSO AFFASCINANTE che muove dal porto genovese del XV secolo per giungere all’età contemporanea, seguendo quattro età della marineria: l’età del remo, vissuta sulle galee e nell’antico arsenale, l’età della vela, dominata dai vascelli e dai successivi clipper, l’età del vapore, che segna la nascita e affermazione dei piroscafi e l’età delle grandi migrazioni italiane in transatlantico ma anche straniere su imbarcazioni di fortuna.

Il Museo si sviluppa su 12.000 metri quadrati articolati in 30 sale, distribuite su 5 livelli e dedicate all’esposizione permanente. Ci sono inoltre due sale riservate alle esposizioni temporanee. La ricostruzione di una galea genovese del Seicento lunga 42 metri - che da luglio 2012 accoglie il pubblico a bordo per rivivere la vita di schiavi, forzati e buonavoglia - e di un brigantino goletta dell’Ottocento, gli oltre 4.300 oggetti originali conducono il visitatore alla scoperta degli avvincenti segreti del rapporto fra uomo e mare. L’esperienza di viaggio prosegue con la grande traversata oceanica dei migranti italiani verso l’America e il Brasile e l’Argentina, con uno sguardo particolare all’immigrazione straniera in Italia, fenomeno che negli ultimi quarant’anni ha trasformato il nostro Paese da luogo di partenza a meta di arrivo.

                             

Completano il percorso espositivo la sala degli Armatori, dove il visitatore può scoprire la storia della Marineria dal 1861;  la sala dedicata a Cristoforo Colombo, con il celebre ritratto del grande navigatore dipinto da Ridolfo del Ghirlandaio e al Porto di Genova; la prestigiosa Sala Atlanti e Globi che consente di sfogliare virtualmente mappe realizzate dai più famosi cartografi di Cinque-Seicento, opere simbolo di scoperte e cosmopolitismo, geolocalizzate ai giorni nostri; la Galleria Beppe Croce, che riproduce l’interno di uno yacht club inglese di fine ‘800, con oltre 100 dipinti di marina; la zattera di Ambrogio Fogar, sulla quale il navigatore e il giornalista Mauro Mancini trascorsero 74 giorni in Atlantico dopo il naufragio del Surprise (1978); la sala della tempesta in 4D dove  il pubblico, grazie alla realtà virtuale, può rivivere virtualmente un naufragio a Capo Horn, affrontando a bordo di una scialuppa le onde di un mare tempestoso. Da segnalare all’ultimo piano del Museo la mostra “Andrea Doria, la nave più bella del mondo”, la Sala “CoeClerici” con la quadreria “Navigare nell’Arte” della Fondazione Paolo Clerici – novità 2018 - le terrazze panoramiche Mirador e CoeClerici, dove si può godere dell'incantevole veduta del porto e della parte storica di Genova.

Varcata la soglia del Museo, il visitatore trova davanti a sé la ricostruzione di un faro – fanale di 10 metri, in metallo, verniciato nei colori rosso e bianco della tradizione marinaresca con alla sommità una preziosa Lente di Fresnel, gentile concessione dell’Ufficio Fari della Marina Militare Italiana, che illumina con la sua luce lampeggiante l’intero spazio e farà da richiamo per i passanti dopo il tramonto, rispecchiando la funzione dei fari nei porti. Sulla destra la biglietteria annessa al bookshop e al punto ristoro dove sono state posizionate alcune barche storiche: il Santa Caterina, un “gozzo cornigiotto” invelato, ricostruito dall’associazione Storie di Barche; il Pierino, primo dinghy italiano con il numero “1” orgogliosamente riportato sulla vela mostra, messo a disposizione dal Presidente dello Yacht Club Italiano Nicolò Reggio e un raro “gozzo da regata”, imbarcazione a remi realizzata all’inizio del Novecento e su cui hanno sudato generazioni di vogatori, dono di Francesco Dodero. Tra le barche posizionate vi è un vero reperto: una barca da palombari del secondo dopoguerra, proveniente dall’antica Azienda Darsena Comunale e donata dalla Rimorchiatori Riuniti; sotto a questa, in una grande vetrina-diorama realizzata da Elio Micco, sono rappresentati due palombari intenti alla demolizione, con le attrezzature originali dell’epoca quelle conservate con amore e passione da una delle figure storiche del porto di Genova, il capitano Passeri della Drafinsub.

Nel corridoio iniziale che porta alla prima sala, l’Affresco di Renzo Piano, celebre progetto urbanistico del  Waterfront genovese disegnato e successivamente donato al Museo dallo Studio di Architettura Renzo Piano Building Workshop; sulla parete di fronte è esposta una gigantografia aerea della Genova odierna. Idealmente si congiungono cosìGenova com’è ora” con “Genova come potrebbe essere” e si collegano al passato, alla “Genova com’era”, ben rappresentata dal grande dipinto di Cristoforo Grassi con la Veduta di Genova nel 1481, posto nella prima sala.

Da qui una serie di incredibili esperienze per il visitatore proseguono nelle altre Sale:

Cristoforo Colombo e il porto di Genova agli inizi dell’età moderna. Dall’estate 2013 la parte di collezione ad essa riferita, che ospita alcune tra le opere più note e importanti del Museo - il ritratto di Colombo attribuito a Ridolfo del Ghirlandaio, la più antica veduta di Genova di Cristoforo Grassi eseguita nel XVI secolo e il celebre Libro dei Privilegi (raccolta manoscritta con tutti i riconoscimenti e i titoli conferitigli negli anni a servizio dei re spagnoli) - è stata riallestita e dotata di supporti multimediali in grado di svelare storia e curiosità su temi antichi e moderni, come quelli del porto di Genova con i suoi 1500 anni di storia e di Cristoforo Colombo.

Andrea Doria e le galee genovesi Un modello di Galea, un dipinto raffigurante il Porto di Genova nel Seicento e la battaglia tra galee imperiali e galee turche, opera di De Wael - sono le tre straordinarie opere originali che precedono l'ingresso nell'Armeria della Darsena.

Le Armi della Repubblica Il percorso di visita continua con l’Armeria, dove sono custodite corazze, elmi e armi in dotazione al reparto militare solitamente imbarcato sulle galee. Custoditi da cancelli di legno e ferro e sorvegliati da due “soldati delle galee”, elmi, corazze e armi bianche sono disposti sulla rastrelliera, come se il tempo si fosse fermato e potessero essere utilizzati da un momento all’altro. Sui corpetti e sugli elmi sono ancora ben riconoscibili i colpi assestati in fonderia per verificarne la resistenza e i successivi danni causati dai combattimenti.

 Arsenale, la galea sullo scalo Improvvisamente il Visitatore si trova “a tu per tu” con la galea, posta sullo scivolo di varo originale. La nave esposta è la precisa ricostruzione di una galea genovese del Seicento, ed è il frutto di una ricerca durata tre anni e di un anno di lavoro in cantiere. La galea, con il suo grande sperone rosso sovrasta il pubblico che viene avvolto dai suoni di un tempo: le grida dei maestri d'ascia e quelle dei calafati, il rumore degli attrezzi da lavoro. Avvicinandosi sul lato sinistro della galea, si viene richiamati da uno dei maestri d'ascia che, prendendo il visitatore per uno dei tanti membri della ciurma, lo invita salire a bordo: si accede dentro la galea direttamente dalle ordinate. E così possibile vestire i panni di schiavi, forzati e buonavoglia e scoprire la vita a bordo delle galee.

 Ludoteca Galea Dopo aver interloquito con le figure, le principali dell'Arsenale, a bordo della Galea, i galeotti-visitatori possono approfondire nella Ludoteca della Galea alcuni temi: come funzionava un cannone dell'epoca? Cosa si mangiava? Cosa si provava ad essere incatenati ai banchi di voga? Come funzionavano gli strumenti di navigazione dell'epoca?

  • Galea tra storia e arte

            La visita del Museo prosegue al primo piano. Un corridoio con vista laterale sulla Galea permette di ammirarne la poppa, reperti e opere rare dell'epoca. Le opere esposte al primo piano aiutano a percorrere un viaggio lungo alcuni secoli, tra gli inizi del ‘500 fino al secondo decennio del XIX secolo.

  •  Il ponte della Galea

            Dal primo piano si vede la coperta della galea genovese del ‘600, percorsa al centro dalla corsia dell'aguzzino, che passa tra i banchi di voga, e termina nella carrozza, dove trovavano posto signori e passeggeri di riguardo. "Galea" deriva dal greco bizantino galaia, pescespada, e infatti lo sperone richiama la forma di questo pesce.

  •  Viaggio ai tempi delle galee

            La sezione dedicata al viaggio ai tempi delle galee e all'Arsenale della Repubblica di Genova si chiude con la rievocazione dell'arrivo a Genova dei forzieri d'argento condotti dalle galee genovesi dalla Spagna a Genova. Rimborsi con interesse dei prestiti dei patrizi genovesi, queste "rimesse" rappresentarono una straordinaria fonte di ricchezza, sulla quale i mercanti e i banchieri della città costruirono i loro palazzi e le loro ville.

Atlanti e Globi Tra il Cinque e il Seicento le scoperte geografiche aprono nuovi orizzonti su terre e mari fino ad allora sconosciuti. Due grandi globi, celeste e terrestre, del Coronelli (1688) e la straordinaria collezione cartografica del Galata testimoniano le conoscenze geografiche ed etnografiche dell’epoca, tra grandi intuizioni ed ingenui errori. Schermi touch consentono di sfogliare virtualmente, geo-localizzando ai giorni nostri, le mappe seicentesche simbolo delle scoperte, del mondo e dei viaggi.

Genova e l’età delle rivoluzioni Salito al Piano Secondo, il Visitatore entra nella sezione dedicata all’età delle Rivoluzioni. Nella sala, in un grande plastico alcuni grandi vascelli alla fonda e in navigazione, costruiti a Genova in questo periodo. Segue la zattera originale di Ambrogio Fogar, sulla quale il navigatore e il giornalista Mauro Mancini nel 1978 hanno trascorso 74 giorni in Atlantico dopo il naufragio del Surprise e  che introduce il visitatore al tema delle grandi tragedie in mare.

La Sala della Tempesta in 4D La Sala della Tempesta in 4 D, grazie all’utilizzo della Realtà Virtuale, presenta un allestimento in grado di coinvolgere il “visit – attore” nell’avventura di un naufragio a Capo Horn, a bordi di una scialuppa di salvataggio. L’ allestimento comprende una prima parte di avvicinamento al tema delle tempeste nella storia, attraverso dipinti, stampe, incisioni, ex voto ed oggetti della vita comune che si trovavano a bordo delle scialuppe di salvataggio. Nella seconda parte, in linea con la filosofia “Sali a bordo” del Galata Museo del Mare il pubblico è invitato a prendere posto su apposite sedute dinamiche, all’interno della scialuppa di salvataggio, e dotato di un Head Mounted Display (Samsung Gear VR), può vivere in prima persona l’avvincente viaggio nel mare in tempesta.

Le scienze nautiche Come si navigava nell’Ottocento? Una collezione di carte nautiche e strumenti di marina, tra le più importanti del mondo, permette al visitatore di vedere da vicino bussole, sestanti, cronometri, barometri, mareografi e capirne il loro funzionamento. Inoltre il visitatore può consultare le carte nautiche – originali, spesso ancora con le rotte segnate – di molte aree del Pianeta, tutte risalenti tra la fine del Settecento e gli inizi del Novecento.

Il brigantino – goletta Anna La ricostruzione di un ponte di coperta di brigantino-goletta occupa interamente questa sala. Il brigantino-goletta era un’imbarcazione mercantile che viaggiava sia nel Mediterraneo sia nell’Atlantico, portando i carichi più diversi. è possibile salire sul ponte di coperta e camminare tra gli strumenti originali (un salpancore inglese del XIX secolo o il timone a caviglie), affacciarsi nella sala nautica, curiosare attraverso gli oblò nella tuga dei marinai e azionare il timone. Verso poppa il visitatore può sporgersi ad ammirare la cabina del comandante, perfettamente ricostruita con oggetti d’arredo, strumenti e carte nautiche originali.

Progettare e costruire le navi Questa sezione ricostruisce un cantiere navale di fine ‘800. Il visitatore attraversa gli uffici, la falegnameria e l’officina, allestiti con macchinari originali funzionanti. Una ricostruzione di ambiente ricrea le fasi della costruzione di un leudo, tipica imbarcazione da cabotaggio della Liguria.

                      

Galleria Beppe Croce A chiudere il secondo piano, la ricostruzione dell’interno di uno yacht club inglese di fine '800, ispirata al Royal Yacht Squadron, il più prestigioso club nautico del Regno Unito. La galleria consente al visitatore di immergersi negli esclusivi ambienti frequentati dalla nobiltà inglese di oltre un secolo fa. Si possono ammirare un centinaio di preziosi dipinti della Collezione Beppe Croce, tappezzerie e tendaggi di pregio, poltroncine Chesterfield. Quadri a olio, acquarelli e litografie d’epoca raffigurano l’evoluzione delle barche da diporto: gli yacht. Golette, yawl, cutter, imbarcazioni americane e francesi varate e che hanno navigato tra il 1832 e il 1907: l’epoca in cui si disputavano le prime regate che sarebbero divenute leggendarie, come la Coppa delle 100 Ghinee del 1851 dalla quale è poi nata la Coppa America.

 

 “MeM Memorie e Migrazioni” – “Italiano anch’io! L’immigrazione nell’Italia che cambia” – Il padiglione, un vero e proprio Museo nel Museo, racconta al pubblico la storia delle migrazioni italiane e le nuove  immigrazioni. Con 1200 metri quadrati e oltre 40 postazioni multimediali, ecco le ricostruzioni ambientali delle diverse destinazioni dei migranti italiani: urbane, come la Boca di Buenos Aires, rurali come le fazende del Brasile, o la più nota Ellis Island. L'ultima sezione “Italiano anch’io! L’immigrazione nell’Italia che cambia” è stata riallestita a giugno 2016 alla luce della maturazione del dibattito politico e sociale e di una maggiore consapevolezza dei soggetti coinvolti.  Il nuovo concept pone l’attenzione sulla percezione del fenomeno immigrazione da parte degli italiani e sull’auto percezione degli immigrati nel contesto della società italiana.

Sala Armatori La Sala degli Armatori, dedicata alla storia di Genova e del suo porto attraverso i suoi protagonisti, gli Armatori è un progetto che nasce da una stretta collaborazione tra l’Istituzione Mu.MA e l’Associazione Promotori Musei del Mare. La sala coniuga innovazione, multimedialità, interattività e scenografia con le storie della marineria e con le straordinarie vicende economiche ed umane delle famiglie di armatori. L’allestimento presenta 18 modelli di navi tra mercantili e passeggeri; 4 filmati realizzati per raccontare alcuni momenti salienti a bordo del piroscafo quando armatori e politici decidevano il futuro della marineria e la ripresa dell’economia genovese; due videoproiezioni a tutta parete: un bombardamento durante la seconda guerra mondiale ed una manovra nel porto di Genova; la ricostruzione della plancia di comando di una nave mercantile con il simulatore per condurre il visitatore in tre missioni. Il percorso è diviso in 6 sezioni -  il porto, i traffici, pubblico/privato, equipaggi, mestiere, innovazione, merci – corredate di foto, documenti, testi, voci per presentare al pubblico tutti gli aspetti del mestiere dell’armatore. 

Sala CoeClerici e terrazza panoramica La sala ospita la collezione “Navigare nell’Arte”, una selezione di sessanta dipinti scelti nel complesso degli oltre 250 che compongono la Collezione Marittima della Fondazione presieduta da Paolo Clerici, un patrimonio figurativo di cultura marinara che è considerato il maggiore a livello privato in Italia e uno tra i più rilevanti in Europa. Con questo allestimento, il Galata Museo del Mare si arricchisce di una nuova sezione e allarga i suoi spazi espositivi. La Sala Coeclerici permette infatti al pubblico l’accesso al terrazzo e al giardino pensile del quarto piano.

Andrea Doria, la nave più bella del mondo Per i 60 anni dal naufragio della T/n Andrea Doria e per la prima volta in Italia, il Mu.MA - Galata Museo del Mare e la Fondazione Ansaldo hanno ricostruito, attraverso una mostra, una vicenda centrale nella storia della marineria italiana e ampiamente discussa in ordine alle responsabilità della collisione. Basandosi sulle analisi di esperti americani come Carrothers e Meurne e sulla base dei documenti e delle testimonianze raccolte dal “Fondo Ing. Francesco Scotto” conservato presso la Fondazione Ansaldo, la mostra affronta a 360° la storia di questa nave bellissima e sfortunata. In pieno stile Galata, vuole essere una “Doria experience”: attraverso ricostruzioni di ambienti della nave, tra cui la prora in scala 1:5 e una parte di ponte di passeggiata inclinato a 30°, i visitatori sono invitati a ripercorrere i piani come i passeggeri e l’equipaggio dovettero fare per scampare alla tragedia. Il modello di sei metri del “Doria” è il “gioiello” dell’esposizione. 8 le sezioni dedicate a raccontare tutti gli aspetti della nave più bella del mondo.

TERRAZZA PANORAMICA MIRADOR Dalla terrazza Mirador si gode di un'incantevole panoramica del porto e della Genova storica. La terrazza è allestita con aree di sosta attrezzate, un giardino pensile con piante liguri e totem che incorniciano e descrivono importanti monumenti: Palazzo del Principe, Castello d' Albertis, Commenda di Prè, Palazzo Reale, Magazzini del Cotone-area Porto Antico e Lanterna.

                        

Immagini, testi e filmati presenti in questa puntata sono di esclusiva proprietà di Galata Museo del Mare ©Costa Edutainment S.p.A.

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